Recentemente ho visto un video interessante pubblicato da un costruttore di rulli anilox che, nel tentativo di promuovere la propria tecnologia, descrive l’immersione dei punti come un mito dell’industria e rappresenta gli utenti flexo, che credono che questo problema esista, come dei trogloditi…
“Il mito dell’industria che i punti possano immergersi nelle celle dell’anilox è impossibile. La fisica può provare che la quantità di pressione richiesta per forzare un punto della lastra ad entrare in una cella di un anilox, mentre il punto adiacente rimane in contatto con la superficie dell’anilox, semplicemente non può accadere…”
Sfortunatamente l’immersione dei punti esiste, e cambiare la marca di anilox non risolve il problema. Sappiamo che è il risultato di cause concorrenti che includono la dimensione delle cavità dell’incisione dell’anilox, la dimensione e la distribuzione dei punti sul cliché, lo schiacciamento tra anilox e lastra risultante dall’interferenza sull’area di contatto.
Se il diametro di un punto sulla lastra è inferiore all’apertura dell’incisione sul rullo anilox, il puntino può decisamente immergersi nell’incisione, e caricare inchiostro in eccesso.
“Se lo puoi misurare, lo puoi controllare”
Il calcolo in anticipo del rapporto tra le dimensioni dei punti e l’apertura delle celle consentirà di impostare punti con diametro uguale o superiore alle cavità, evitando la possibilità di immersione dei punti. Se non conosci le dimensioni dell’incisione sull’anilox, o quelle dei punti sul cliché, puoi sempre misurarli con un microscopio avente un ingrandimento adeguato (>400x): capirai se eventuali difetti di stampa sulle alte luci sono collegabili all’emersione dei punti o a diverse cause tipiche come lo schiacciamento eccessivo, lo slittamento o l’allagamento di inchiostro fuori racla.